L’ascensore interno per appartamenti (più correttamente elevatore, o piattaforma elevatrice) è uno strumento che può risultare molto utile per l’abbattimento delle barriere elettroniche, ovvero di quegli ostacoli che impediscono alle persone disabili o a coloro che hanno problemi di deambulazione di spostarsi da un ambiente all’altro.
Molto simili ai normali ascensori, gli elevatori sono strumenti che trovano la sua destinazione soprattutto in ambito privato, in particolar modo in quegli edifici a uso monofamiliare che sono disposti su vari livelli.
Caratteristiche principali
L’installazione di un ascensore interno non è particolarmente complessa; le aziende abilitate sono infatti in grado di garantire la sua operatività nel giro di pochi giorni.
Per gli elevatori non è necessaria la presenza di un locale macchine e lo spazio residuo sotto la cabina posizionata al piano inferiore non supera di norma i 12 cm. L’intervento sul pavimento è quindi abbastanza limitato. Peraltro non è detto che la fossa sia necessaria; in alcuni casi per esempio è possibile ricavare lo spazio realizzando una rampa posta frontalmente all’accesso.
Le dimensioni per il supporto del vano sono abbastanza contenute (al massimo si arriva a 140×110, ma in alcuni casi si può scendere fino a 60×60).
Il consumo non è eccessivo; è infatti paragonabile a quello di molti altri elettrodomestici di comune utilizzo (1,5 kW) e per il collegamento elettrico è sufficiente un normale punto luce a 220 V, 50 Hz; non è quindi necessario potenziare l’impianto elettrico, anche se può essere consigliabile prevedere una linea dedicata.
Nel caso di un black-out elettrico non si hanno problemi perché gli elevatori sono dotati di un dispositivo che fa scattare l’illuminazione all’interno della cabina e permette la ridiscesa al piano inferiore.
La capienza dipende ovviamente dalle dimensioni; un impianto standard può sostenere dai 250 ai 300 kg e può contenere 3-4 persone, ma sono realizzabili impianti più capienti e di portata maggiore (si può arrivare persino ai 600 kg).
Di norma gli ascensori domestici hanno due piani-fermate, ma a seconda delle necessità è possibile richiedere un numero maggiore di fermate; ovviamente questo incide sui costi finali dell’impianto (15-20% circa in più).
Rispetto ai normali ascensori, gli elevatori hanno una velocità abbastanza ridotta (non si va oltre gli 0,15 metri al secondo, come stabilito per legge; vedasi la normativa 2006/42/CE, Direttiva Macchine).
L’aspetto della sicurezza è ovviamente importante e lo strumento deve essere dotato di dichiarazione di conformità CE e relativa marchiatura CE. In un elevatore domestico, inoltre, devono essere presenti il già citato dispositivo anti-black-out elettrico (luce d’emergenza e ridiscesa al piano terra), fotocellule, sirena di allarme, telefono, chiavi di abilitazione sulle bottoniere (per impedire l’accesso a soggetti non autorizzati) ecc.
Per quanto riguarda la manutenzione, la legge prevede due controlli generici periodici all’anno nonché una verifica biennale da parte di enti notificati.
La garanzia minima deve essere di due anni, ma può essere estesa anche a tre.
I costi variano da modello a modello e da azienda ad azienda; in linea di massima un ascensore interno con 250 kg di portata, due fermate-piano e cabina 80×80 viene a costare circa 10-12.000 euro circa tutto compreso fatte salve le opere murarie, i costi demolizione e costruzione, la manovalanza pesante ecc.
Un’alternativa all’ascensore interno è rappresentata dal montascale.