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Trapianto di cuore

Ultimi aggiornamenti: 2018

Il trapianto di cuore (trapianto cardiaco) è un intervento chirurgico molto complesso, non scevro da complicazioni, che consiste nella sostituzione del cuore di un soggetto con quello di un donatore deceduto per morte cerebrale; il cuore del donatore deve essere prelevato poche ore prima dell’esecuzione dell’intervento chirurgico e conservato in condizioni sterili, e a bassa temperatura, in base a rigidi protocolli.

L’operazione chirurgica in questione viene eseguita in anestesia generale e in circolazione extracorporea. È necessaria una sternotomia (incisione dello sterno che viene praticata nell’ambito della chirurgia toracica e cardiaca e che consente l’accesso alle porzioni anteriori dei polmoni e delle pleure, al mediastino o al cuore; il taglio eseguito sarà successivamente suturato con fili metallici).

La degenza post-operatoria è generalmente di tre settimane; dopo il trapianto sarà necessario effettuare una terapia atta a ridurre il pericolo di rigetto (terapia immunosoppressiva).

Se il trapianto di cuore riesce bene e non si verificano complicazioni, il soggetto che ha subito il trapianto riscontrerà un notevolissimo miglioramento della qualità della propria vita e potrà, in molti casi, tornare a svolgere diverse attività, fra cui quella lavorativa e l’attività fisica ricreativa.

Il trapianto di cuore viene generalmente eseguito su persone adulte, ma non mancano i casi di bambini trapiantati.

Ricorso al trapianto di cuore

Si ricorre al trapianto di cuore nel caso di pazienti affetti da una cardiopatia in stato avanzato che non si è più in grado di trattare in modo adeguato tramite altre forme di terapia.

Diversamente da quanto accade con altri tipi di intervento chirurgico, non esiste la possibilità di pianificare un trapianto di cuore; questo, infatti, può essere eseguito soltanto sulla base della disponibilità di un cuore da un donatore compatibile; il donatore deve avere in comune con il paziente che sarò sottoposto a trapianto, il gruppo sanguigno (il sangue del ricevente deve essere compatibile con quello del donatore; sfortunatamente alcuni gruppi sono molto rari e ciò riduce molto le disponibilità di organo) e le dimensioni del cuore (un cuore di una persona alta 185 cm non è adatto a un soggetto alto 165 cm oppure a un bambino); si deve poi considerare il numero dei pazienti che sono in lista di attesa e la posizione che si occupa; tutto ciò, come facilmente si può intuire, allunga molto i tempi di attesa; si consideri, per esempio, che nel 2013, nel nostro Paese, sono stati effettuati 219 trapianti di cuore a fronte di una lista d’attesa che contava 696 pazienti.

Alcuni soggetti in lista di attesa, se ciò viene ritenuto necessario, possono venire sottoposti a un intervento terapeutico temporaneo denominato dispositivo di assistenza ventricolare (VAD); si tratta di un macchinario che sostituisce alcune o tutte le funzioni del cuore.

Il trapianto di cuore, come detto, è un intervento particolarmente delicato che richiede specifiche competenze non solo per quanto concerne l’intervento in sé, ma anche per quanto riguarda le valutazioni pre-trapianto e l’osservazione post-operatoria. Per questi motivi, i trapianti cardiaci possono essere eseguiti soltanto presso alcuni centri specificamente autorizzati dalle Regioni e dal Ministero della Salute. Nel nostro Paese sono attualmente 19, sparsi in 12 regioni, i centri autorizzati all’esecuzione del trapianto di cuore; in base ai dati forniti dal Ministero della Salute, la qualità dei trapianti, non solo di cuore, effettuati in Italia è decisamente migliorata negli ultimi anni. I dati più recenti disponibili raccolti da tutti i centri di trapianto mostrano che sono stati reinseriti nella vita sociale e hanno una buona qualità di vita circa il 90% dei trapiantati di cuore.

Trapianto di cuore e insufficienza cardiaca grave

I candidati a un trapianto di cuore sono persone affette da insufficienza cardiaca grave; la situazione clinica di queste persone, infatti, giunge a un punto tale che il trapianto di cuore è l’unica terapia veramente efficace.

L’insufficienza cardiaca grave è una condizione patologica che può essere determinata da vari fattori; i principali sono i seguenti: coronaropatie, cardiomiopatie e difetti valvolari.

Vanno poi ricordati i difetti congeniti del cuore; in questo caso si è di fronte a difetti dell’anatomia cardiaca che sono presenti sin dalla nascita; questi difetti rappresentano il principale motivo di trapianto di cuore nei soggetti di giovanissima e giovane età.

Trapianto di cuore: i rischi

Trapianto di cuoreIl trapianto di cuore, come detto, è un’operazione chirurgica e quindi non è esente da rischi. Oltre ai rischi operatori in sé, presenti in tutti gli interventi chirurgici, ne esistono altri di diversa natura.

Come si può immaginare, prima di un trapianto vengono effettuati scrupolosi controlli a tutti i livelli, ma il rischio, seppur minimo, di trasmissione di patologie da donatore a ricevente, non viene mai azzerato del tutto. In particolare va segnalato il rischio di trasmissione di infezioni (per esempio epatiti, HIV) e quello di trasmissione di neoplasie (questo rischio è bassissimo, ma non nullo; esistono infatti forme neoplastiche che possono essere trasmesse da donatore a ricevente).

Si devono poi segnalare le complicanze che potrebbero verificarsi in seguito all’intervento chirurgico; queste possono variare a seconda della condizione clinica del soggetto al momento dell’operazione (un soggetto la cui condizioni clinica è molto compromessa corrono maggiori rischi perioperatori), della risposta immune del ricevente, degli effetti collaterali legati alla terapia immunosoppressiva (il soggetto corre un maggior rischio di contrarre tumori cutanei e linfomi), dell’età ecc.

Il rischio di rigetto dell’organo trapiantato si riduce man mano che il tempo passa, ma non può mai dirsi del tutto azzerato; il rigetto può essere acuto (si verifica trascorso poco tempo dall’intervento) oppure cronico (nel caso si verifichi dopo molti mesi o anni dall’operazione di trapianto).

In alcuni casi, il trapianto fallisce subito dopo l’impianto, ovvero il cuore cessa di battere all’improvviso o, addirittura, non inizia nemmeno a battere.

Trapianto di cuore: la lista di attesa

Come detto, le disponibilità di cuori trapiantabili sono inferiori alle necessità e quindi è necessario operare delle scelte e predisporre una lista d’attesa; sono i centri trapianti che la stabiliscono dopo una serie di accertamenti sui candidati al trapianto; sono infatti necessari vari controlli medici quali esami del sangue, esami delle urine, screening tumorali; radiografia, RMN e TAC toraciche, angiografia coronarica, ECG ecc.; vengono inoltre valutati altri aspetti quali dipendenze da alcol, fumo o sostanze stupefacenti, facoltà mentali ecc.

L’esclusione dalle liste di attesa viene determinata dalla presenza di condizioni quali età superiore ai 65 anni, presenza di patologie infettive gravi, presenza di patologie tumorali, insufficienza renale grave, instabilità mentale, dipendenza da fumo, alcol o sostanze stupefacenti. Anche la mancanza di persone (familiari o amici molto stretti) in grado di seguire la persona nel decorso post-operatorio è un criterio di esclusione dalla lista di attesa.

I tempi di attesa per coloro che sono inseriti nella lista variano da poche settimane ad alcuni mesi; sfortunatamente in questo lasso di tempo non mancano i decessi prima della convocazione per l’intervento.

 

Ecco come Wikipedia tratta l’argomento Trapianto di cuore.



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