La coltivazione delle fave è una di quelle che maggiormente si adattano all’orticoltore dilettante.
La fava è, infatti, una pianta piuttosto facile da coltivare perché non ha particolari esigenze climatiche; è infatti in grado di adattarsi piuttosto facilmente ai vari tipi di clima che caratterizzano le regioni del nostro Paese; predilige comunque il clima costiero; non ama particolarmente il caldo; sopporta invece piuttosto bene temperature che scendono di alcuni gradi sotto lo zero.
Anche per quanto riguarda il substrato di coltivazione, la fava non ha esigenze eccessive; il terreno più adatto è quello dotato di un buon drenaggio, non particolarmente fertile, ricco di calcio e non sottoposto a ristagni idrici.
È buona norma, prima della coltivazione, procedere con un’opportuna preparazione del terreno; lo si dovrà zappare fino a una profondità di circa 40 cm e successivamente spianarlo e liberarlo dalle erbe infestanti.
Nelle zone caratterizzate da un clima temperato-caldo, il momento migliore per la semina, che può essere effettuata a scalare, è quello autunnale; così facendo si potranno raccogliere i baccelli a fine marzo-inizio aprile; nelle zone più fredde è invece consigliabile effettuare la semina delle fave al termine della stagione invernale-inizio stagione primaverile.
Il ciclo produttivo delle semine primaverili è decisamente più breve di quello relativo alla semina effettuata in autunno (di fatto, la raccolta dura tre mesi, invece di sei).
La coltivazione delle fave dovrebbe seguire, se possibile, quella delle colture da radice come carote e patate.
Coltivazione delle fave: la semina
Per quanto riguarda la procedura di semina, di norma le fave vengono piantate direttamente in quella che sarà la loro dimora definitiva; si faranno dei filari distanti 70-80 cm l’uno dall’altro così da far sì che le piante abbiano lo spazio opportuno per crescere senza problemi; ciò ci faciliterà anche nelle operazioni di raccolta.
Operativamente si procede così: si fanno delle piccole buche profonde pochi cm dove si porranno due o tre semi; si devono prevedere, per ogni cespuglio di fave, almeno 50 cm quadrati di terreno.
Prima di procedere con la semina, è consigliabile tenere i semi a bagno per alcuni giorni.
Una volta effettuata la semina, basteranno una quindicina di giorni per vedere apparire le piantine. Coloro che amano regolarsi con il calendario lunare dovrebbero effettuare la semina durante la fase di luna crescente (teniamo però a ricordare che non vi sono evidenze scientifiche relativamente all’influenza delle fasi lunari sulle semine).
Coltivazione delle fave: i lavori
Per quanto concerne le irrigazioni, la prima deve essere effettuata subito dopo l’interro dei semi; in seguito sono necessari interventi soltanto nel caso di periodi siccitosi.
Anche per quanto riguarda le concimazioni, le piante di fava non hanno necessità di particolari interventi perché si avvantaggiano delle lavorazioni e degli interventi di concimazione effettuati per altri tipi di coltura; al più si può effettuare una concimazione con del compost maturo al momento della preparazione del substrato di coltivazione; in alternativa si può fornire del fosforo.
Piccole quantità di azoto possono essere utili nel corso dei mesi primaverili, ma bisogna far attenzione a non esagerare perché un eccesso di prodotti azotati potrebbe predisporre le piante ad attacchi da parte di funghi e afidi.
Una volta che le piante hanno raggiunto un’altezza di circa 20 cm, è consigliabile effettuare, in modo periodico, degli interventi di cimatura; gli scopi principali di questi interventi sono essenzialmente due: prevenire gli attacchi degli afidi e rendere equilibrato il rapporto tra vegetazione e produzione; la cimatura accelera anche la fruttificazione.
Fra gli interventi che non possono mancare nell’ambito della coltivazione delle fave, vi sono quelli di rincalzatura e sarchiatura; la rincalzatura protegge le piante dal freddo eccessivo e libera il terreno dalle erbe infestanti, mentre la sarchiatura arieggia il terreno, ne aumenta la permeabilità e contiene lo sviluppo delle erbe infestanti.
Nelle zone sottoposte a forti venti, può essere necessario sostenere le piante di fava con dei tutori.
Il raccolto delle fave può essere effettuato circa sei mesi dopo la semina nel caso delle semine autunnali oppure dopo tre nel caso delle semine primaverili.
Per quanto riguarda le operazioni di raccolta, nel caso di consumo fresco, le fave andrebbero raccolte a scalare quando i semi non sono ancora del tutto maturi; risulteranno così teneri e piuttosto dolci.
Nel caso di consumo a secco, la raccolta va fatta quando i baccelli non sono ancora completamente secchi, così da evitare che i semi cadano a terra; si deve procedere estirpando le piante che andranno riposte in un ambiente sufficientemente aerato; la sgranatura andrà effettuata a essiccazione terminata.
Un ultimo cenno va alle avversità; quelle che possono interessare le piante di fava sono diverse; per quanto riguarda i parassiti vegetali vanno ricordati l’antracnosi, l’orobanche e la ruggine.
Tra i parassiti animali vi sono invece gli afidi neri. I semi conservati secchi sono soggetti all’attacco del tonchio, un insetto che può attaccare anche le piante in fase di coltivazione.
Si deve intervenire con prodotti appositi reperibili nei negozi specializzati.
Ecco come Wikipedia tratta l’argomento Coltivazione delle fave.