Il coriandolo (Coriandrum sativum), noto anche come prezzemolo cinese o erba cimicina, è una pianta erbacea annuale appartenente alla famiglia delle Apiacee, la stessa di angelica, anice, prezzemolo e finocchio. Presenta un fusto eretto la cui altezza va dai 30 ai 60 cm circa, la parte superiore è ramificata, le foglie, dal sapore piccante, emanano uno sgradevole odore e i fiori, bianchi o rosati, sono raccolti a ombrella e fanno la loro comparsa nel periodo primavera-estate.I frutti sono aromatici e vengono utilizzati come spezia; sono dolci e hanno un leggero sapore di limone.
Il coriandolo in cucina
Gli impieghi del coriandolo sia culinari che erboristici risalgono ai tempi più antichi; è citato da Apicio che lo usava per un condimento noto come Coriandratum, e anche da Plinio che lo riteneva un buon rimedio per la cefalea e la prevenzione della febbre.
Pur essendo una pianta originaria dei Paesi mediterranei viene usata soprattutto nelle cucine indiana e latino-americana; in Europa questa spezia è tornata di moda in tempi recenti, probabilmente grazie a queste tradizioni culinarie.
Il coriandolo cresce bene nei terreni soleggiati; le ombrelle devono essere raccolte la mattina quando sono ancora umide di rugiada; si deve poi riunirle in mazzi e farle essiccare appendendole in luoghi al riparo della luce del sole; al termine dell’essiccatura devono essere messe in un sacchetto e battute; così facendo si separeranno i fiori dai peduncoli che li sostengono.
La conservazione dei frutti interi deve essere fatta utilizzando contenitori in vetro ben chiusi e tenuti al riparo della luce.
Gli impieghi culinari sono numerosi; nel nostro Paese viene soprattutto utilizzato come ingrediente di alcuni insaccati e come aromatizzante di liquori; è uno degli ingredienti principali del curry e di una nota mistura di spezie molto usata nella cucina indiana e in quella pakistana, il garam masala che contiene anche cannella, semi di cumino, baccelli di cardamomo, chiodi di garofano, pepe nero e curcuma.
Il coriandolo viene anche utilizzato per aromatizzare la cacciagione, le preparazioni in salamoia, funghi, verdure, biscotti, pampepato ecc. Nella cucina orientale viene utilizzato come sostituto del comune prezzemolo. Assieme ad aglio e pepe, il coriandolo costituisce uno degli ingredienti di base di un condimento tipico della cucina thailandese.
Il coriandolo in fitoterapia
La pianta di coriandolo (Coriandrum sativum), è utilizzata, oltre che in cucina, anche in fitoterapia, fin dai tempi antichi: era infatti conosciuta dai Romani sia come condimento sia come erba medicinale. La droga viene ricavata dai frutti maturi (chiamati, anche se in modo improprio, semi di coriandolo). Il frutto di coriandolo ha una forma globosa (costituito da due acheni) di 3-6 mm di diametro., di colore inizialmente verde e poi marrone-bruno a maturazione. I frutti vengono usati secchi per realizzare polveri ed estratti. I costituenti principali sono un olio essenziale (costituito soprattutto da linalolo), flavonoidi, tannini e steroli.
Proprietà del coriandolo
La fitoterapia attribuisce alla pianta molte proprietà:
- stomachiche, con un’azione tonica sullo stomaco, in grado di stimolare la digestione e favorire l’appetito.
- carminative, per eliminare i gas da stomaco e intestino
- antispasmodiche
- antisettiche e battericide
- aromatizzanti
- vulnerarie (favorisce la cicatrizzazione)
- toniche ed eccitanti (stimola il sistema nervoso e contrasta l’apatia e la stanchezza)
Popolarmente viene considerato un ottimo vermifugo e costituisce uno dei componenti di pomate e cataplasmi utilizzati per trattare reumatismi e dolori articolari.
Fresco o essiccato: come si usa?
Sotto forma di infuso o estratto liquido viene consigliato per la dispepsia, gli spasmi intestinali, l’aerofagia, la stipsi, la cefalea, la nausea e le vertigini. L’infuso, unito all’acqua di bagni o pediluvi, viene consigliato come stimolante, tonificante e aromatizzante.
L’utilizzo dei prodotti a base di coriandolo richiede una certa cautela; la sua essenza infatti, ad alte dosi, può provocare disturbi nervosi e renali. È controindicato in quei soggetti che soffrono di gastroenterite e patologie renali.
In fitoterapia, non si usa il coriandolo fresco, ma solo il frutto maturo essiccato: infatti, le parti verdi non vanno mai utilizzate perché sono tossiche.
Il coriandolo infine interagisce, esaltandone gli effetti, con i farmaci ad azione neurostimolante.