La frutta sciroppata è un prodotto legato alla moderna industria alimentare. Richiede infatti una lunga procedura di preparazione, a partire da una prima elaborazione meccanica della frutta raccolta, prima della maturazione, fino alle varie fasi termiche di lavorazione, volte sia alla sterilizzazione antibatterica che alla salvaguardia del frutto stesso. Oltre al prodotto, anche i contenitori della frutta sciroppata subiscono processi termici di sterilizzazione, per garantire tutti gli standard di igiene. Seppur necessari, questi processi causano la perdita di gran parte delle vitamine presenti nella frutta (in certi casi anche il 50%), rendendo il prodotto, dal punto di vista nutrizionale, di qualità inevitabilmente inferiore rispetto alla frutta fresca. Per queste ragioni e a causa dell’eccessiva e inutile aggiunta di zucchero, volta unicamente a rendere il prodotto più appetibile, oltre che più calorico, la dieta italiana sconsiglia l’utilizzo della frutta sciroppata nell’ottica di un’alimentazione salutistica.
La classificazione della dieta italiana
Partendo dalle 5 stelle si trova la valutazione del prodotto.
Fattori che abbassano la valutazione
** aggiunta di zucchero o di sciroppo di glucosio/fruttosio.
*** calorie superiori a 75 kcal/100 g o senza etichetta nutrizionale.
**** con additivi sospetti.
Il mercato
Rischio salutistico della categoria: medio.
Il panorama di questi prodotti sul mercato è abbastanza deludente, anche se negli ultimi anni è decisamente migliorato. Infatti sono pochi i prodotti preparati al naturale, senza cioè l’aggiunta di zucchero, di sciroppo di glucosio o di fruttosio, e con l’etichetta nutrizionale. La causa principale è la politica commerciale delle maggiori aziende produttrici di frutta sciroppata, volta a soddisfare il consumatore privo di una coscienza alimentare (in altri termini, sottomesso al gusto del dolce).