Il potassio è un elemento chimico di simbolo K (da Kalium), numero atomico 19, peso atomico 39,1, punto di fusione 63,7 °C, peso specifico 0,86 g/cm3. Appartiene al gruppo 1 (o gruppo IA) della tavola periodica; è un metallo alcalino. Fu scoperto nel 1807 da Sir Humphry Davy (scopritore tra l’altro di boro, sodio, calcio e bario). Davy lo isolò, mediante elettrolisi, dal suo corrispondente idrossido (KOH). Attualmente si conoscono 17 isotopi del potassio, ma la maggior parte di essi sono artificiali, gli isotopi naturali infatti sono solamente tre, il 39K (il più abbondante), il 40K e il 41K. È un elemento estremamente comune nel nostro pianeta (costituisce circa il 2,4% del peso della crosta terrestre).
Il potassio è un metallo particolarmente tenero (lo si può tagliare con un coltello con estrema facilità) che si ritrova in natura combinato con altri elementi. Dal punto di vista del comportamento chimico è molto simile al sodio. Reagisce in modo molto violento con l’acqua tanto che l’idrogeno che si produce durante la reazione può addirittura prendere fuoco; a contatto con l’aria si ossida molto velocemente.
Le sue applicazioni sono molteplici; sotto forma di idrossido è un composto nocivo e altamente corrosivo (è noto anche come potassa caustica) che viene impiegato come elettrolita nelle batterie alcaline, come catalizzatore nel processo di preparazione del biodiesel, nella produzione di resine e fibre tessili. L’industria alimentare lo utilizza come additivo (è un regolatore di acidità) e come tale viene identificato dalla sigla E525; sotto forma di cloruro è utilizzato nella produzione di sale da tavola iposodico. Sempre come cloruro viene utilizzato anche in cardiochirurgia.
Sotto forma di nitrato è un additivo alimentare che viene utilizzato perlopiù nella conservazione di alimenti (salumi e carni salate); è identificato con la sigla E252; come carbonato viene utilizzato nella produzione artigianale di vetro e sapone (viene anche chiamato semplicemente potassa).
In medicina, sotto forma di canrenoato, lo si utilizza per la preparazione di farmaci indicati nel trattamento di patologie quali l’ipertensione arteriosa (pressione alta) e l’iperaldosteronismo sia primitivo che secondario.
A cosa serve il potassio?
Il potassio ha un ruolo fondamentale nello svolgimento di numerose funzioni dell’organismo umano dove lo si trova sotto forma di ione positivo (è lo ione inorganico intracellulare più abbondante); circa il 98% del potassio contenuto nel corpo umano si trova all’interno delle cellule. Interviene nello svolgimento delle normali funzioni cardiache, muscolari e renali; è inoltre fondamentale per il mantenimento dell’equilibrio acido-base e per il mantenimento dello stato di idratazione.
La concentrazione di ioni potassio a livello ematico deve avere fluttuazioni minime dal momento che una concentrazione troppo alta (iperkaliemia) o una troppo bassa (ipokaliemia) possono essere fonte di gravi problemi a carico del cuore e del sistema nervoso.
Iperkaliemia – Si parla di iperkaliemia (o iperpotassiemia) quando si ha una concentrazione di potassio sierico >5,5 mmol/L. Per approfondimenti si veda l’articolo Potassio alto nel sangue.
Ipokaliemia – Si parla di ipokaliemia (anche ipopotassiemia) quando si ha una concentrazione di potassio sierico <3,5 mmol/L. Per approfondimenti si veda l’articolo Potassio basso nel sangue.
Alimenti ricchi di potassio
Il potassio è contenuto nei cibi in forma ionica, solubile e conseguentemente è facilmente assorbibile. La maggioranza del potassio di derivazione alimentare viene assorbito dall’intestino tenue. Sono davvero molti gli alimenti ricchi di potassio, fra questi ricordiamo in particolar modo il cerfoglio, il basilico essiccato, i pomodori secchi, l’aneto, il dragoncello, il prezzemolo, le carote, la curcuma ecc.
Effetti collaterali e controindicazioni
La somministrazione di integratori a base di potassio è controindicata nei soggetti che assumono farmaci diuretici risparmiatori di potassio e in coloro che sono affetti da patologie renali.
Oltre che con i farmaci diuretici, il potassio può interagire significativamente con cardiotonici, lassativi, cortisonici, atropina, belladonna, ACE inibitori ecc. Altre interazioni significative sono quelle con sostanze quali l’alcol, la cocaina, la marijuana, la caffeina, la vitamina B12 e il calcio.
L’assunzione di potassio deve avvenire sotto stretto controllo medico per tutti quei soggetti affetti da patologie cardiache, disturbi gastrointestinali e morbo di Addison.
Il sovradosaggio può creare diversi problemi (irregolarità del battito cardiaco, problemi respiratori e gastrointestinali, debolezza, formicolio alle estremità, malena, miastenia grave, nausea, vomito e stato confusionale.
Dose efficace
Secondo studi condotti dall’Institute of Medicine statunitense, nei soggetti sani l’assunzione raccomandata è di 4,7 g pro die; una quantità che dovrebbe essere assunta in modo preferenziale attraverso l’alimentazione.
I soggetti che si sottopongono a intensi allenamenti nei mesi più caldi dovrebbero prestare particolare attenzione a una sufficiente assunzione di frutta e verdura. Le bevande per il reintegro idrosalino reperibili in commercio contengono generalmente 100-120 mg di potassio per dose (mezzo litro); attualmente esistono diversi dubbi sulla necessità di integrare con potassio durante l’attività fisica, anche se di durata superiore alle 2 ore; per approfondimenti vedasi l’articolo Integratori salini.
Nei soggetti che invece, per i più svariati motivi (condizioni patologiche o interazione con farmaci), necessitano di un’integrazione di potassio, il dosaggio deve essere stabilito dal medico curante o dallo specialista.
A chi serve
Valori di potassiemia considerati nella norma sono da 3,5 a 5,5 mEq/l. Gli effetti in caso di iperkaliemia e ipokaliemia sono stati illustrati precedentemente.
Teoricamente (ma, come detto, l’evenienza è da considerarsi spesso accademica) possono andare incontro a carenza di potassio quei soggetti che assumono particolari farmaci, i soggetti reduci da intervento chirurgico, i grandi ustionati, le persone affette da patologie croniche logoranti, coloro che hanno un introito calorico giornaliero non adeguato, i forti bevitori, i fumatori, i soggetti affetti da problemi di assorbimento e coloro che abusano di caffè o di determinate sostanze stupefacenti.