Il rame è un elemento chimico (simbolo Cu), numero atomico 29, peso specifico 63,546, punto di fusione 1.084,6 °C. Appartiene alla serie dei metalli di transizione. Nell’organismo umano è presente in quantità alquanto limitate (dai 50 ai 120 mg); ciononostante si tratta di una sostanza fondamentale per il corretto svolgimento di diversi processi metabolici (è un cofattore di numerosi enzimi che sono a loro volta coinvolti in svariate funzioni di tipo fisiologico). Tale elemento è coinvolto, per esempio, nella respirazione mitocondriale, nella sintesi di melanina e nel cross-linking del collagene. Ha funzioni antiossidanti e svolge un ruolo importante nell’omeostasi del ferro agendo come cofattore nella ceruloplasmina, una proteina deputata al trasporto del rame nel sangue (quello assunto tramite l’alimentazione viene assorbito a livello intestinale, successivamente passa a livello ematico legandosi alla ceruloplasmina e finisce per arrivare nel fegato per poi essere da questo ridistribuito ai vari organi); la maggior parte di rame circolante si trova legato a questa proteina, mentre la parte rimanente è legata all’albumina, alla trans-cupreina e anche agli aminoacidi.
La sua presenza è regolata da un sistema omeostatico che serve a garantire un costante e sufficiente apporto di questa sostanza evitando che ve ne sia un accumulo eccessivo.
Quando l’assunzione di rame dall’alimentazione è insufficiente, l’organismo ricorre alle scorte epatiche; un suo introito insufficiente che duri per lunghi periodi di tempo fa sì che si sviluppino i sintomi di una sua carenza.
Il rame è presente in numerosi alimenti fra i quali ricordiamo il fegato di bovino, le ostriche, le nocciole, l’aragosta, le noci, le mandorle, le arachidi, il fieno greco ecc.
Il fabbisogno quotidiano può variare a seconda dell’età e del sesso. Negli adulti il fabbisogno giornaliero è stato stabilito in 1,2 mg. Le donne che allattano necessitano di quantità leggermente superiori (1,5 mg giornalieri).
Effetti dimostrati
Il rame è coinvolto in numerosi processi metabolici. Tale coinvolgimento lo rende un elemento fondamentale per la salute dell’uomo.
L’integrazione può supplire efficacemente a carenze endogene di questo elemento.
Integrazione con rame – Avvertenze ed effetti collaterali
La somministrazione di rame è assolutamente controindicata in soggetti affetti da morbo di Wilson (una rara malattia caratterizzata da eccessiva deposizione di rame in alcuni tessuti, con conseguente cirrosi epatica e degenerazione dei gangli basali dell’encefalo. L’affezione è dovuta a un difetto ereditario del metabolismo epatico del rame: ridotta escrezione biliare di rame e ridotta sintesi di ceruloplasmina).
La somministrazione può dar luogo a disturbi di tipo gastrointestinale.
Il sovradosaggio (supplementazione nell’ordine dei grammi) possono provocare problemi di vario tipo (oliguria, problemi epatici e cardiovascolari) e, nei casi più gravi, anche coma e addirittura la morte.
L’elaborazione degli alimenti può diminuire l’assorbimento del rame.
Alcune sostanze (cadmio, zinco, fibre, fitati e vitamina C) possono interferire sia con il suo assorbimento che con il suo utilizzo. Un’eccessiva quantità di rame può far scendere la quantità endogena di molibdeno e viceversa.
I contraccettivi orali ne innalzano il livello endogeno, mentre alcune patologie (ipotiroidismo, proteinuria anormale nell’infanzia ecc.) possono abbassarne i livelli plasmatici.
L’integrazione con rame può supplire efficacemente a carenze endogene di questo elemento.
Dose efficace
Nei casi in cui è necessaria l’assunzione di integratori, il dosaggio deve essere stabilito dal medico o dallo specialista.
Rame – A chi serve
L’integrazione con rame può essere indicata, previa indicazione medica, nei casi in cui si riscontri una carenza di questo elemento come può avvenire per esempio, in caso di malassorbimento, disturbi renali, diarrea acuta, nutrizione per via parenterale ecc.