Molte persone per lavoro o per ragioni economiche scelgono i fast food o il bar come meta preferita delle loro escursioni alimentari.
I nutrizionisti classici bocciano il fast food perché ricco di cibi grassi e ipercalorici. Però, se questa è la causa della condanna, allora occorre condannare anche buona parte della cucina italiana tradizionale.
Per la dieta italiana se il soggetto è normopeso non deve temere grassi appetitosi.
Il vero problema del fast food
Il vero problema del fast food e dei bar è invece la qualità dei cibi. In teoria potrebbero essere luoghi compatibili con la buon alimentazione. In pratica sono spesso il luogo dove si servono cibi di bassissima qualità: l’uso di oli e grassi idrogenati (margarina), di oli scadenti, di cibi con conservanti (costano meno!) ecc.
Da alcune rilevazioni fatte negli Stati Uniti negli oli parzialmente idrogenati usati nei fast food è presente ben un 15% di acidi grassi trans e addirittura un 45% nelle patatine fritte! Provate a leggere (se trovate l’etichetta nutrizionale) gli ingredienti delle appetitosissime brioche che vi servono al bar con un fumante cappuccino; un esempio: “margarina proveniente da oli parzialmente idrogenati di palma e di colza”. E c’è gente che in quel bar ha fatto colazione per anni! Un consiglio: leggete con attenzione il nostro articolo Croissant: come sceglierli senza sbagliare.
Ovviamente la spinta salutistica sta portando i fast food verso posizioni più attente alla salute, ma è indubbio che il percorso sia ancora molto lungo. È opportuno che chi mangia in un fast food scarti i cibi a rischio (come le amatissime patatine fritte) e i piatti pronti (primi e secondi surgelati, dolci ecc.) di cui non ha la possibilità di leggere l’etichetta nutrizionale.
Mangiare fuori casa: la soluzione
La soluzione al problema di mangiare fuori casa si risolve banalmente scegliendo ogni volta la migliore qualità dei cibi che si mangiano. Le regole sono semplici.
- Il piacere della tavola si sceglie attraverso la salute, non attraverso il gusto. È riduttivo scegliere quelle soluzioni che considerano solo il gusto, sono geniali quelle che abbinano gusto e salute.
- Se in un esercizio non c’è nulla di sano e genuino, non si mangia nulla e si cambia esercizio. Prima però spiegate al gestore il perché: “non ha piatti senza margarina? Non ha piatti senza grassi vegetali idrogenati?”. Spesso farete un favore al ristoratore. A una sagra paesana un grosso cartello evidenziava che le torte fatte dal produttore artigiano erano più salutari perché fatte con margarina e non con burro. Il produttore era rimasto a venti anni fa e non sapeva nemmeno come la margarina fosse ottenuta!
- Se non si conoscono gli ingredienti di un piatto, non lo si sceglie.
- È ormai possibile pranzare fuori in maniera autonoma con cibi pronti che coprono tutte le portate comuni (insalate pronte a base di verdure e pesce, yogurt e dessert, frutta ecc.). Non è quindi accettabile l’alibi di chi mangia male perché è costretto a pranzare fuori.