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Paleodieta

La paleodieta (anche dieta paleolitica o dieta delle caverne) è un regime alimentare basato sulla tipologia di alimentazione che caratterizzava gli uomini vissuti nelle epoche in cui ancora non esisteva la pratica dell’agricoltura (che gli storici ipotizzano essere nata circa 10.000 anni fa). Prima dell’avvento dell’agricoltura, gli esseri umani si alimentavano con i cibi ottenuti da pratiche quali la caccia, la pesca e la raccolta dei frutti della terra che nascevano spontaneamente.

Secondo i fautori della paleodieta, la giustificazione della bontà di tale regime alimentare sarebbe da ricercarsi nel fatto che negli ultimi 10.000 anni l’uomo non ha subito particolari cambiamenti dal punto di vista genetico e da quello fisiologico.

Una posizione alquanto curiosa in quanto non si tiene in nessun conto che nel corso di questi 100 secoli l’evoluzione dell’uomo è stata notevolissima da diversi altri punti di vista (si pensi, per esempio, agli aspetti culturali e tecnologici).

Paleodieta – Regole

Su molte fonti si legge che l’ideatore della paleodieta sarebbe il prof. Loren Cordain, docente al Dipartimento di Salute e Scienze motorie presso la Colorado State University.

In realtà, se tale regime alimentare era quello degli uomini che vivevano in epoca paleolitica, più che di ideazione si dovrebbe parlare di riscoperta. Dettagli a parte, Loren Cordain, autore di diversi libri sull’argomento come, per esempio:

  • The Paleo Solution (scritto in collaborazione con il suo noto allievo Robb Wolf)
  • The Paleo Diet Cookbook (scritto in collaborazione con Nell Stephenson)
  • The Paleo Diet for Athletes (scritto in collaborazione con Joe Friel)
  • The Paleo Answer
  • La Paleo diet (edizione italiana).

Secondo i suoi sostenitori, per applicare al meglio la paleodieta le regole principali sono le seguenti:

  • assumere regolarmente carni magre, pesce, frutti di mare, frutta e vegetali non amidacei
  • abolire dalla dieta di cereali, legumi, latticini, cibi industriali.

La paleodieta consente il consumo di frutta secca, ma con moderazione (al massimo 100 g al giorno) quando si sta cercando di ridurre il peso corporeo. Ottenuta la riduzione di peso voluta non vi sono limiti al consumo (!). Fra la frutta secca consigliata dalla paleodieta troviamo mandorle, noci e pinoli.

La paleodieta consiglia di ridurre o eliminare i seguenti alimenti:

  • tutti i cibi “spazzatura” e quelli prodotti industrialmente
  • tutti i cibi contenenti farina bianca, farina di kamut, farina di farro, farina di frumento e zucchero
  • pane fresco, pane confezionato, torte, cereali, biscotti cracker, merendine confezionate, pasta secca, pasta fresca, focacce, piadine, basi pronte per pizze, focacce o torte salate o dolci ecc.
  • dolcificanti artificiali ed edulcoranti
  • tutti gli alimenti contenenti sciroppo di mais ad alto contenuto di fruttosio
  • tutte le verdure amidacee ad alto carico glicemico
  • tutti i succhi di frutta prodotti industrialmente
  • tutti i cibi contenenti acidi grassi idrogenati
  • tutte le carni rosse non biologiche e le frattaglie
  • tutti i pesci pescati in fiumi inquinati
  • caffeina
  • alcol (al massimo tre bicchieri di vino rosso in una settimana)
  • tutti gli alimenti con additivi, coloranti e conservanti.

I principi della paleodieta possono essere riassunti schematicamente nel seguente modo:

  • assumere una buona quantità di proteine di origine animale
  • assumere una quantità minore di carboidrati rispetto a quella generalmente consigliata dalle cosiddette “diete popolari”, ma assumere comunque frutta e verdura evitando tuberi amidacei, cereali e zuccheri raffinati
  • assumere fibre da frutta e verdura
  • assumere quantità moderate di lipidi; prediligere grassi omega 3 e omega 6 in quantità identiche
  • seguire un regime alimentare ricco di minerali (in particolar modo calcio, magnesio e potassio)
  • assumere cibi ricchi di vitamine e sali minerali
  • non occorre effettuare il controllo delle calorie assunte.

Anche per quanto riguarda la ripartizione dei macronutrienti non vengono fissati limiti ben precisi.

Curiosamente (e un po’ stranamente) vi sono nutrizionisti di una certa fama che danno la loro “benedizione” alla paleodieta. Ci ha sinceramente un po’ sorpreso la presa di posizione a favore della paleodieta fatta dal prof. Enrico Arcelli che è stato anche un acceso sostenitore della dieta a zona. Sembra quasi che il motto di Arcelli sia “la miglior dieta è quella che mi dà maggiore visibilità“.

Tempo fa ad Arcelli, durante un’intervista, è stata posta la seguente domanda:

“Esistono ricerche che dimostrano che la paleodieta è effettivamente vantaggiosa?“.

Arcelli ha risposto “Di recente alcuni studiosi dell’Università di Lund, in Svezia, hanno dimostrato che essa è utile per chi ha malattie di cuore o soffre di diabete e che, a parità di contenuto calorico, è molto più saziante della dieta mediterranea e che consente di dimagrire assai più rapidamente“. Francamente ci sembra un po’ pochino… Peraltro, detto per inciso, diversamente da Arcelli sembrano pensarla alcuni scienziati dell’università di Melbourne guidati da uno specialista diabetologo, Sof Andrikopoulos; i ricercatori intendevano verificare se la paleodieta potesse essere effettivamente utile a soggetti diabetici o pre-diabetici; lo studio (2016), pubblicato su Nature Nutrition and Diabetes, è stato effettuato su due gruppi di topi in sovrappeso e con sintomi di pre-diabete, uno alimentato con una dieta normale, mentre l’altro secondo i dettami della paleodieta; nei topi di quest’ultimo gruppo si è registrato un aumento ponderale del 15% in 8 settimane. Andrikopoulos, che si aspettava certo calo ponderale, è rimasto abbastanza sorpreso dai risultati e ha dichiarato: “I topi grassi sono diventati ancora più grassi e il controllo del glucosio è peggiorato“; “Con la dieta seguita da uomini, una persona di 80 chili ne registrerebbe presto 92 sulla bilancia“…

Paleodieta

La paleodieta è un regime alimentare basato sulla tipologia di alimentazione che caratterizzava gli uomini vissuti nelle epoche in cui ancora non esisteva la pratica dell’agricoltura.

Analisi critica

È sufficiente avere un minimo di spirito critico per capire che un regime alimentare siffatto ha ben poco di scientifico e di razionale e mal si comprende come personaggi di una certa autorevolezza possano sponsorizzarlo. È quindi doveroso, letto quanto finora esposto fare un’analisi critica della paleodieta.

La paleodieta è una dieta veramente molto semplicistica perché alla base di essa c’è la concezione tipica della personalità semplicistica che

tutto ciò che è naturale è buono.

Basta una banale considerazione: se l’alimentazione degli uomini delle caverne fosse veramente la migliore non si spiega come mai la loro vita media fosse così breve; a questo problema i sostenitori della paleodieta obiettano che è per colpa delle malattie e non dell’alimentazione se l’uomo primitivo aveva una bassissima vita media. Peccato che i farmaci che servono per curare molte delle malattie primitive siano di sintesi, assenti in natura. Insomma, la persona intelligente sa che l’uomo può andare oltre la natura (ovviamente deve farlo nella direzione giusta!) che è programmata per farci invecchiare e morire. Quindi, slogan del tipo “sani per sempre con la paleodieta” sono quanto di più irrazionale ci possa essere.

A mo’ di esempio vediamo come sia assurda la demonizzazione dei cereali.

1) I cereali contengono i fitati che riducono sensibilmente l’assorbimento di minerali.

Peccato che noi non abbiamo bisogno di quantità infinite di minerali, anzi se si esagera con ferro, calcio ecc. si hanno problemi. Ogni sostanza ha proprietà positive (per esempio i fitati sono antiossidanti) e negative: sta nella moderazione dell’assunzione di un alimento che il tutto si bilancia. Per chi non fosse ancora convinto, l’acqua diluisce i minerali come il sodio nel sangue; se si beve troppo (veramente troppo!) si ha il fenomeno dell’iponatriemia per il quale si può anche morire. Nessuno si sognerebbe però di dirci di non bere acqua!

2) Stesso discorso per il fatto che i cereali contengono sostanze che inibiscono la funzione tiroidea. Si noti come ci sia l’approccio semplicistico, non un numero, ma solo buoni e cattivi. La funzione tiroidea deve essere comunque limitata perché una sua eccessiva sollecitazione provoca ipertiroidismo, quindi in una dieta equilibrata cibi pro e contro tiroide servono per un funzionamento corretto.

3) Il fatto che i cereali contengano sostanze che sono spesso fonte di allergia (glutine) dovrebbe far escludere anche la frutta così cara ai sostenitori della paleodieta: fragole, pesche ecc. causano addirittura shock anafilattici mortali nella popolazione, senza contare le numerosissime dermatiti. In sostanza, con un errore molto comune, si demonizza il glutine perché può far male a una parte (non sana) della popolazione; sarebbe come demonizzare i carboidrati perché fanno male ai diabetici, le fave perché fanno male a chi soffre di favismo ecc. Alla fine si muore di fame!

4) Assurdo poi continuare a riferirsi a studi fatti su celiaci (intolleranti al glutine): ciò che vale per le persone malate non vale per quelle sane. Sarebbe come dire che non si deve fare sport perché a una persona con uno scompenso cardiaco lo sport può essere fatale! Fra l’altro si continua a esagerare la percentuale nella popolazione che è intollerante al glutine per favorire il business che c’è dietro a test non convenzionali che danno un alto numero di falsi positivi!

5) Alla fine anche i sostenitori della paleodieta devono convenire che nella popolazione sono tantissime le persone non intolleranti al glutine. Che fanno? Ci dicono che, se si è in sovrappeso, i cereali favoriscono l’obesità perché ricchi di carboidrati. Una posizione a scientificità nulla, visto che i carboidrati sono contenuti anche in frutta e verdura e che quello che conta è il carico glicemico, non l’indice glicemico, cioè praticamente quanto alimento si mangia. Se si è in sovrappeso, si deve mangiare di tutto, ma poco!

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