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Sale iodato

Il sale iodato è un sale da cucina proveniente dalle acque marine o dalle miniere di salgemma al quale è stato aggiunto iodio in modo artificiale.

Lo iodio viene addizionato al sale sotto forma di ioduro o iodato di potassio.

Le quantità di iodio contenute nel sale iodato variano a seconda della diversa condizione nutrizionale di determinate zone.

Nel nostro Paese, per esempio, un kg di sale iodato ha un contenuto di iodio di 30 mg (sono ammesse tolleranze nel range che variano dal -20% al +40%). Un tale quantitativo di iodio può sembrare di poco conto, ma si deve considerare che il fabbisogno giornaliero di iodio in un soggetto adulto non è particolarmente elevato; è infatti stimato in 150 mcg/die; tale fabbisogno comunque, è corretto ricordarlo, varia a seconda delle età e della presenza di determinate condizioni.

Per le donne in stato interessante e per quelle che allattano, per esempio, il fabbisogno giornaliero di iodio è stabilito in 200 mcg, per quanto riguarda invece i soggetti in età pediatrica, invece, i fabbisogni giornalieri sono i seguenti:

  • neonati: 40 mcg
  • da 1 a 3 anni: 70 mcg
  • da 4 a 6 anni: 90 mcg
  • da 7 a 10 anni: 120 mcg.

Sale iodato: fa male? Quando è efficace?

Visto la sua interazione con la tiroide, spesso si sente chiedere se il sale iodato fa male. Lo iodio (sotto forma di ioduro) che viene introdotto con la dieta viene assorbito dalla tiroide dopodiché si combina con la tirosina (un aminoacido) allo scopo di sintetizzare gli ormoni tiroidei. Purtroppo, in molte zone della Terra l’apporto di iodio derivante dalla dieta è decisamente carente e tale problema non è di poco conto perché la carenza iodica può essere causa di problemi di salute più o meno gravi a seconda dell’età e del sesso del soggetto.

I problemi maggiori sono sicuramente quelli a carico dei bambini in quanto la carenza iodica può provocare gravi deficit mentali e fisici.

La carenza di ormone tiroideo, per la cui sintesi lo iodio risulta necessario, nelle età fetale e neonatale può per esempio, nei casi più gravi, portare a cretinismo, una patologia che può determinare gravi danni al tessuto nervoso. Il cretinismo è, invero, una condizione molto rara nei Paesi europei, ma di non trascurabile entità in altre aree mondiali.

Altri problemi derivanti dalla carenza di iodio sono il gozzo, l’ipotiroidismo, il rischio di aborto ecc.

Com’è sicuramente noto, il nostro Paese non è esente dal problema; secondo stime abbastanza recenti, le persone ammalate di gozzo nel nostro Paese sono circa 6 milioni, circa il 10% della popolazione (chi ha disturbi tiroidei e chi ha un’alimentazione non equilibrata come i vegani), un dato alquanto preoccupante anche dal punto di vista economico (l’impatto finanziario di tale problema è stimato in circa 150 milioni di euro per anno); se si considera soltanto la popolazione giovanile, i soggetti interessati sono circa il 20%.

Considerando l’entità del problema, era giocoforza che le autorità sanitarie mondiali ricercassero una soluzione. I problemi da risolvere erano sostanzialmente due:

  • si dovevano raggiungere tutti i soggetti interessati
  • i costi dell’operazione dovevano essere contenuti.

La soluzione a entrambi i problemi (iodoprofilassi) è stata identificata con il sale iodato. Il sale da cucina infatti è un alimento stabilmente consumato da larghissimi strati della popolazione generale e la sua iodurazione non è, fortunatamente, un’operazione particolarmente costosa.

Dai monitoraggi effettuati si è potuto osservare che tale soluzione è sicuramente efficace; nel nostro Paese l’efficacia del sale iodato nella prevenzione della carenza iodica è rappresentata, per esempio, dai casi della Garfagnana e della Val Tiberina, aree con un marcato deficit di iodio; in queste zone la somministrazione di sale iodato ha riportato a valori normali la popolazione dopo dieci anni dalla primitiva osservazione.

I risultati osservati e l’ancora elevato numero di soggetti esposti a problemi derivanti dalla carenza ambientale di iodio hanno spinto negli ultimi anni il Ministero della Salute a promuovere numerose campagne di informazione sull’importanza del consumo di sale iodato preferendo quest’ultimo a quello consumato normalmente (cloruro di sodio non addizionato con iodio).

Si ricorda tra l’altro che il sale iodato (eventualmente nella sua versione iposodica) può essere utilizzato anche da tutti coloro che hanno una bassa produzione di ormoni tiroidei in seguito a un rallentamento metabolico dovuto all’età e/o a regimi alimentari ipocalorici.

Anche a livello legislativo sono stati presi provvedimenti (vedasi legge 21 marzo 2005, n. 55 – Disposizioni finalizzate alla prevenzione del gozzo endemico e di altre patologie da carenza iodica).

Gli effetti e l’efficacia sulla salute della nuova politica di iodoprofilassi introdotta con la sopraccitata legge vengono valutati dall’Osservatorio Nazionale per il Monitoraggio della lodoprofilassi in Italia (OSNAMI).

Etichettatura

Negli esercizi commerciali quali negozi alimentari e tabaccherie, il sale iodato viene venduto come “sale iodato” o “sale iodurato”.

Una nota importante: non si devono confondere tali prodotti con quelli in cui appaiono le diciture “sale integrale” o “sale marino”; questi ultimi prodotti infatti, pur essendo effettivamente più ricchi di iodio rispetto al sale alimentare comune, non sono sali sottoposti artificialmente a iodurazione.

Dal punto di vista organolettico non esistono differenze fra comune sale alimentare e sale iodato.

Per quanto concerne l’utilizzo a tavola le considerazioni da farsi sono le stesse di quelle relative al sale alimentare comune, invitiamo pertanto alla lettura del nostro articolo sul sale da cucina.

Iodio e alimentazione

È bene precisare che la carenza di iodio nella dieta non si combatte solo con l’utilizzo di sale iodato; la gran parte della popolazione può evitare la carenza di iodio, diversificando le proprie scelte nutrizionali e inserendo nella propria dieta cibi più ricchi di iodio quali i crostacei e i pesci di mare. Buone quantità di iodio sono altresì contenute nel latte, nella carne e nelle uova.

Iodio

Alimenti ricchi di iodio: non deve essere assunto solo dal sale!

Se la dieta è vegana

I vegani, visti il mancato consumo degli alimenti prima citati e la probabilmente aumentata assunzione di cibi contenenti sostanze gozzigene (ovvero in grado di bloccare l’assorbimento dello iodio), sono più soggetti a carenza iodica rispetto a soggetti onnivori.

Sale iodato in inglese e altre lingue

Ecco di seguito la traduzione di sale iodato in inglese e in altre lingue:

  • Inglese – Iodized salt
  • Spagnolo – Sal yodada
  • Francese – Sel iodé
  • Tedesco – Jodsalz

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