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Piadina

La piadina (anche piada) è un prodotto alimentare tipico della Romagna (si parla appunto di piadina romagnola), ma la sua popolarità è così vasta che è facilissimo trovarla nei bar di altre zone d’Italia come alternativa al panino o al toast; in tutta la Romagna esistono chioschi chiamati piadinerie che la commercializzano fresca, preparandola sul momento. La si trova però anche precotta presso gli esercizi della grande distribuzione. A seconda delle varie zone in cui questo alimento viene preparato, si possono riscontrare differenze fra una proposta e l’altra sia per diametro sia per spessore sia per morbidezza.

L’etimologia del termine piadina è dubbia, ma alcuni lo fanno risalire al greco plaukous, ovvero focaccia, e il termine si sarebbe affermato durante la dominazione bizantina della Romagna.

La prima citazione scritta di questo alimento risale al XIV secolo, per l’esattezza al 1371; viene infatti descritta nella Descriptio provinciæ Romandiolæ, un rapporto statistico redatto per ordine del card. Anglico de Grimoard.

La piadina romagnola

La piadina romagnola è stata inserita nell’elenco dei Prodotti agroalimentari tradizionali italiani della regione Emilia-Romagna.

Esistono anche delle associazioni per la promozione e per la tutela della piadina romagnola quali, per esempio, l’Associazione per la valorizzazione della Piadina Romagnola, l’Associazione per la promozione della Piadina Romagnola e il Comitato per la valorizzazione della piada riminese com’era e dov’era.

Piadina Terre di Romagna è il marchio IGP della piadina prodotta nelle zone di Cesena, Forlì e Ravenna; Piada Romagnola Riminese è invece il marchio IGP della piadina di Rimini.

Le differenze fra questi due prodotti sono relative alle dimensioni; la piadina riminese ha uno spessore che va da 1 a 3 mm circa per un diametro variabile dai 20 ai 25 cm circa, mentre quella delle Terre di Romagna ha uno spessore maggiore (dai 3 ai 6 mm circa) e un diametro inferiore (si va dai 15 ai 20 cm circa).

piadina

La piadina romagnola farcita con formaggio e prosciutto

La caratteristica forma circolare della piadina e il suo basso spessore sono dovuti alla modalità di preparazione: l’impasto di farina (di frumento), acqua, sale e strutto viene fatto riposare per mezz’ora e poi disposto su una pietra arroventata. Questo metodo di preparazione si perde nei secoli, in quanto già gli abitanti delle palafitte consumavano forme di pane senza lievito e cotte su pietre rese incandescenti. Etruschi e romani conservarono la tradizione di cuocere pane non lievitato; nei secoli successivi le piadine o alimenti a esse molto simili, venivano cucinate prevalentemente nei periodi di carestia, per riutilizzare cereali poveri, ghiande e persino crusca. Nelle ricette moderne della piadina si prevede anche l’uso del lievito; risale agli anni Cinquanta l’esplosione della notorietà di questo alimento tipico, quando cominciò a essere proposto ai turisti si recavano sulle coste romagnole. Oggi le piadine sono prodotte anche industrialmente ed esportate in molte zone del mondo (sono molto popolari negli Stati Uniti).

Al posto del pane o farcita?

La piadina può essere utilizzata come semplice surrogato del pane, ma a seconda delle farciture può costituire un secondo piatto o addirittura essere un piatto unico.

Dal punto di vista nutrizionale, la presenza dei grassi ne fa un’alternativa molto più calorica del pane, e per essa valgono le considerazioni fatte a proposito di cracker e di grissini. Inoltre, poiché è confezionata generalmente in formato abbastanza grande, ciò ne fa una scelta alimentare molto discutibile, specie se si considera che viene associata ad alimenti molto calorici: la proposta tipica della cucina romagnola è infatti quella di consumare la piadina calda assieme a formaggio grasso o salsiccia.

La piadina romagnola fatta in casa: la ricetta

Gli ingredienti necessari per la preparazione di una piadina sono i seguenti:

  • 1 kg di farina non troppo setacciata
  • 4 g di bicarbonato di sodio
  • 300 g di strutto (oppure mezzo bicchiere di olio extravergine di oliva).

Iniziare impastando i vari ingredienti. Aggiungere un po’ d’acqua (in alternativa latte o vino bianco secco) formando un impasto abbastanza sodo.

A questo punto si distenda l’impasto sulla spianatoia con l’aiuto di un mattarello; si formi un tondo il cui spessore varierà a seconda del gusto personale; ogni tanto è bene cospargere il mattarello al fine di evitare che la pasta si attacchi al legno creando dei buchi nell’impasto.

Si metta quindi a cuocere la pasta sul testo di terracotta a fuoco vivace in quanto la cottura deve avvenire piuttosto velocemente. Man mano che la cottura della piadina avanza si formeranno delle bolle in superficie che andranno schiacciate aiutandosi con le punte di una forchetta. Alla bisogna rivoltare il disco di pasta fino a quando la cottura non sarà ultimata.

INFO AL. – Proteine: 6,3; grassi: 12,8; carboidrati per differenza: 50,3 (fibre: n.d.); ceneri: n.d.; acqua: 27; calorie: 341.

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