Il cinghiale (Sus scrofa) è un mammifero della famiglia dei Suidi. Originario di molte aree dell’Europa e dell’Africa settentrionale, da secoli è stato oggetto di caccia per le sue carni molto pregiate. Un tempo il suo consumo era più comune, almeno fino a che è stato sostituito da quello del maiale. IN Italia sono presenti tre sottospecie:
- il cinghiale maremmano (Sus scrofa maiori)
- il cinghiale sardo (Sus scrofa meridionalis)
- il cinghiale centroeuropeo (Sus scrofa scrofa)
Spesso sul territorio si trovano esemplari che meticci, originati dall’incrocio con il maiale, che si distinguono da quelli puri delle varie specie perché di solito sono più grandi: le sottospecie viste precedentemente infatti raggiungono un peso massimo di 60 kg (40 per le femmine). Sono abbastanza prolifici per un animale di queste dimensioni: la femmina partorisce dai due ai quattro cuccioli. Questi presentano la tipica striatura sul dorso. La gestazione dura circa tre mesi e mezzo e lo svezzamento dura all’incirca due mesi. Il cinghiale raggiunge la maturità sessuale intorno ai dieci mesi e ha longevità di oltre dieci anni.
Un branco di cinghiali con i cuccioli
Il cinghiale alterna durante l’anno una pelliccia invernale e un’estiva; il colore è identico ma quella invernale è molto più fitta. Il cinghiale è onnivoro: si ciba di radici, tuberi, arbusti, foglie e piccoli animali. Non è raro anche l’assalto alle coltivazioni di mais.
Il cinghiale non è considerato un animale minacciato, anzi, è sempre meno raro avvistare un cinghiale in molte zone d’Italia. La ragione è dovuta al fatto che nel territorio italiano esistono molti esemplari meticci, che si sono accoppiati con il suino domestico. Gli esemplari di questo tipo manifestano una prolificità certamente maggiore, fino a dodici cuccioli per parto. I meticci sono riconoscibili perché spesso nei cuccioli manca la caratteristica riga sulla schiena e negli adulti, la coda è portata arricciata.
In seguito alla riduzione del loro habitat selvatico e, occasionalmente, spinti dalle esondazioni dei fiumi, come nella valle del Po, non è raro vedere esemplari di cinghiali avvicinarsi ai centri abitati, alcuni attirati anche dalla disponibilità di cibo nei rifiuti alle periferie urbane.
Come cucinare il cinghiale
Il cinghiale, a differenza di altra selvaggina, presenta il vantaggio di essere facilmente reperibile (surgelato) e facilmente cucinabile. Le confezioni surgelate reperibili nei supermercati offrono carne magra, ideale per piatti saporiti, ma che non necessitano l’aggiunta di intingoli grassi e calorici.
Carne di cinghiale
La ricetta che presentiamo di seguito (cinghiale in umido con verdure) è una preparazione ideale per pranzi importanti, ma comunque ipocalorici. Altre ricette tipiche della cucina italiana sono il ragù di cinghiale, ottimo sulle pappardelle, e lo spezzatino di cinghiale.
Cinghiale in umido
Ingredienti (4 persone):
- 500 g di cinghiale in bocconcini già puliti (come nelle confezioni surgelate)
- 1 cucchiaio di olio extravergine d’oliva
- una cipolla bianca
- 600 g di verdure miste tagliate molto fini (carote, sedano e cipolla: si trovano anche prodotti congelati già pronti)
- 300 g di salsa o pomodoro fresco
- 150 cc d’acqua
- sale e pepe a piacere.
Preparazione:
Far soffriggere una cipolla tagliata a fettine in un cucchiaio di olio d’oliva, usando una casseruola con coperchio. Quando la cipolla è quasi dorata, aggiungere i bocconcini di cinghiale e fateli cuocere per qualche minuto, poi aggiungete il pomodoro (o la salsa) e mescolate il tutto molto bene e con continuità. Subito dopo aggiungete l’acqua e le verdure, salando a piacere. Mescolate e chiudete la casseruola con il coperchio e fate cuocere a fuoco moderato per due ore e mezza. A cottura ultimata versate il tutto in una grossa pirofila e servite in tavola.
Calorie e valori nutrizionali
Consulta l’articolo dedicato appositamente alle calorie e ai valori nutrizionali dell’alimento per avere ulteriori informazioni.
Cinghiale in inglese e altre lingue
Ecco di seguito la traduzione di cinghiale in inglese e in altre lingue:
- Inglese – Boar
- Spagnolo – Verraco
- Francese – Verrat
- Tedesco – Eber